Camminavo su una strada polverosa parecchie ore dopo il tramonto. Una puttana zoppa zoppicava sull'asfalto sconnesso di periferia. Una specie di messicano coi baffi stalinisti aveva una chitarra in mano. Probabilmente era uno dei tanti suonatori che bazzicano ogni sera i ristoranti e i locali della movida. Stava accovacciato vicino ad un piccolo cancello. Oltre il cancello, una gallina si muoveva avanti e indietro.
Mi avvicinai, incuriosito e annoiato allo stesso tempo.
- Ola, hermano!
Il tizio si girò verso di me e accennò un sorriso storto, che mise in evidenza lo scintillante giallore dei suoi denti marci. Poi si voltò di nuovo verso la gallina. Io mi appoggiai al cancello, guardando la scena.
E compresi.
"E' nato prima l'uovo o la gallina?". Questa domanda attanaglia filosofi di ogni categoria da centinaia di anni. Non avendo un cazzo da fare materialmente, i filosofi fanno una cosa difficilissima e rarissima: pensano. Riflettono. Contemplano. Si pongono domande, più che cercare risposte. Ma non disdegnano di rispondere a qualche quesito. E quindi, è nato prima l'uovo o la gallina?
Il white russian. E' nato prima il white russian. Ecco la risposta giusta, fratelli drughi! Il "brodo primordiale" di cui si parla in ogni libro di scienza non era altro che un enorme bicchiere di vodka, kaluha e latte, circondato da ghiaccio. Così è nata la vita. Così sono nate le uova e le galline.
E se il vostro interlocutore non si accontenta di questa approfondita spiegazione scientifica, allora ditegli che l'uovo è nato prima della gallina.
Lo sanno tutti. Pure i polli.
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