Il ballottaggio

Cari fratelli e sorelle,
tra qualche giorno ci saranno i ballottaggi per la carica di sindaco. Qui a Roma si sfideranno l'immarcescibile Virginia Raggi, per il MoVimento 5 Stelle, e il compagno radical-rutelliano Roberto Giachetti, per il Partito sedicente Democratico.
Premessa: al primo turno non ho votato né per la Raggi, né per Giachetti. Sono un vecchio bolscevico stalinista terzinternazionalista con scappellamento a sinistra; almeno al primo turno, ho votato altra roba.
Chi devo votare, adesso? Vi racconto una storiella.

Avevo pensato di astenermi, ma poi sono stato avvicinato da alcuni esponenti del PD. Il primo l'ho beccato al bar, mentre ero davanti ad una bella birra gelata dopo un'aspra battaglia a colpi di freccette. Un paio di 180 infilati al momento giusto mi avevano messo di buon umore.
Questo tizio del PD mi si è avvicinato:
- Compagno Antonio! Non dirmi che al ballottaggio voti per quei fascisti a 5 stelle!
- No, lo sai benissimo che non voto i menscevichi del nuovo millennio.
- Benissimo! Allora voti Giachetti, no?
Mi sono avvicinato ai suoi occhi, senza togliere gli occhiali da sole dai miei:
- Aspetta un attimo... i 5 Stelle non li devo votare perché sarebbero fascisti... e perchè dovrei votare il PD? Che so', comunisti? Giachetti è comunista?
Il tizio prima si è messo a ridere, poi si è guardato intorno e mi ha risposto:
- Guarda che sono il primo dei non eletti. Per entrare al Campidoglio, deve vincere Giachetti, altrimenti resto fuori.
- E io che posso farci?
- Ho capito... vuoi dei soldi? Guarda che io non sono il tipo da comprare voti.
- Ma chi ti ha chiesto niente! Ci riesci a convincermi che mi conviene votare Giachetti o manco ci vuoi provare?
Il tizio si allontana da me.
- Vabbè, ho capito... vuoi prendermi per il culo. Sei poco serio.
Prende e se ne va. Non mi saluta nemmeno.

Allora esco dal bar e vado a comprare il fumo per la pipa (si, fumo la pipa... non chiedetemi perché, non lo so manco io). Entro dal tabaccaio e chi ti becco? Un altro del PD, uno che si è candidato al municipio. Pure questo si avvicina con fare gioviale, come se fossimo vecchi amiconi:
- Compagno Antonio, da quanto non ci vediamo, eh?
- Eh si, dalla scorsa campagna elettorale, più o meno.
Il genio non coglie che gli sto facendo notare quanto negli ultimi tre anni non sia stato mai visto a pascolare nel quartiere...
Mi prende sotto il braccio e mi fa, con voce alta per farsi sentire dai presenti:
- Posso offrirti un caffè?
- No grazie, ne ho già presi troppi. Meglio un white russian.
Come se non gli avessi risposto niente, mi parla a bassavoce:
- Senti, ma mica voterai la Raggi? Se vince quella, qui a Roma non arriva una lira dal governo. E sto territorio lo dovemo da risollevà o no?
Io lo guardo e gli faccio:
- C'hai ragione, c'hai... però io vorrei un white russian.
- Si si, ho capito...
Poi si guarda intorno, si alza e mi fa:
- Sapevo che potevo contare sul tuo voto.
E se ne va.

Ora ditemi voi. Sono io che ci sto andando giù pesante con le birre o c'è qualcosa che non quadra nel divenire cosmico di un piddino qualunque?
Comunque devo dire che la loro opera di convincimento ha portato dei frutto.
Mi hanno convinto. Andrò a votare.
Virginia Raggi, of course...

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