My birthday 2017



Siamo arrivati presto. Mia moglie guidava il passeggino con l'erede più piccolo, io cercavo di tenere a bada l'eccitazione dell'erede più grande. Il bowling di Ciampino era vuoto. Solo una pista occupata. In serata si sarebbe riempito per un torneo, ma alle 18.30 non c'era nessuno. Abbiamo chiesto una pista con le alzate laterali per impedire alla palla di perdersi nei corridoi, adducendo come motivazione il fatto che Federico, il maggiore dei miei figli, avesse meno di sei anni e fosse ancora poco pratico. In realtà, le alzate aiuteranno anche me e mia moglie ad evitare figuracce clamorose, ma questo non ditelo in giro.
Prendiamo le scarpe da bowling: numero 45 per me, 41 per Rachele e 33 per Federico. Il piccolo Manuele, un anno e mezzo di tenerezza e cinque dentini in bocca, stava comodamente seduto nel passeggino, ma appena siamo arrivati sulla pista è voluto scendere. Giustamente, aggiungerei: la novità del bowling era troppo ghiotta per non farsi un giro tra le piste e provare a prendere qualche palla. Nell'arco della serata dovremo rincorrerlo parecchie volte e acchiapparlo in tempo, per evitare che vada a fare amicizia coi birilli...
Il primo a tirare sono io. Palla da 13 kg. Rincorsa, tiro... baam, dolore incredibile al pollice. Ok, abbiamo capito: data la condizione delle mie dita, meglio scendere di un chilo e prendere una palla con le dita più strette e più vicine. Eppure io ci sono andato a fare la radiografia alle mani, ma il dottore (o quel cane col grembiule bianco travestito da dottore) mi ha detto che non ho niente. Nessun problema. Dita de fero, come dicono a Roma.
Secondo a tirare, Federico. Lancio della palla che quasi sfonda la pista. Federico, a papà, la palla va fatta scorrere... non va lanciata! Piegati sulle gambe e tira, così! Beh, vi dico solo che in due partite farà 163 punti. Risultato di tutto rispetto per un bambino di nemmeno sei anni!
Rachele è l'ultima a tirare. Sta in forma, si capisce dai primi due tiri: SPARE! A fine serata sarà lei a vincere, con quasi 200 punti e nonostante abbia lasciato qualche tiro a Federico, il quale, preso dall'eccitazione, ha chiesto di poter tirare anche quando non fosse il suo turno!
Dopo due partite, ci siamo accomodati ad un tavolo e abbiamo cenato. Pizza, fritti, coca cola e una bella birra da 66 che dà un tono a tutta la cena. Intanto era cominciato il torneo e ho potuto apprezzare qualche bel giocatore di bowling. Giocatori seri, con le divise e tutto l'armamentario di tiri ad effetto. Terminata la cena, ci siamo fatti un paio di partite di calcio balilla giusto per far cominciare la digestione e poi siamo tornati a casa.

Che dire... una serata fantastica. Coi ritmi giusti, come piace a me. Senza frenesia e senza monotonia. Il bowling è davvero un grande sport. Ideale per bambini e adulti, perfetto per giocare in famiglia o con gli amici. Infatti ci siamo ripromessi di tornare al Mondial Bowling di Ciampino quanto prima, visto che abitiamo a cinque minuti di distanza.
Ci si vede, guagliù.

Calcio e Dudeismo: il portiere



Il calcio è uno sport fantastico, ma anche molto faticoso. Tutti abbiamo giocato da bambini: chi nello spiazzale vicino casa, sbucciandosi le ginocchia sull'asfalto per rincorrere un supersantos da duemila lire; chi sui campi di pozzolana delle scuole calcio, tirando calci a un pallone di cuoio.
Siccome tutti volevamo essere Maradona e nessuno voleva essere Garella, il più delle volte si facevano i turni in porta: a tempo oppure ad ogni gol, fatto o subito. Nessuno voleva giocare in porta. Poi vennero Benji Price ed Ed Warner, e allora a qualcuno di noi venne la voglia di tuffarsi per terra e di parare piuttosto che tirare.
Tra tutti i ruoli del calcio, il portiere è certamente quello più adatto ai dudeisti. Non parlo del portiere professionista, che si sottopone ad allenamenti fisici, atletici e tecnici davvero estenuanti. Parlo del portiere di periferia, lo scaciato protagonista delle infrasettimanali di provincia. Quello con la tuta alla Király e la panza che attutisce i tuffi. Quello che alle movenze feline sostituisce le movenze bovine. Quello che gioca per il premio partita: un panino con la salsiccia e una birra con gli amici. Se si è vinto una partita di torneo, allora si può persino festeggiare con un white russian prima di tornare a casa dalla Signora Molto Speciale.
Il portiere può parare con una mossa di Tai Chi e ha una divisa che dà un tono alla partita: sgargiante in genere, certamente diversa da tutte le altre in campo. Mentre tutti si affannano, lui può tranquillamente appoggiarsi al palo e contemplare il divenire cosmico. L'unico momento di autentica tensione è il calcio di rigore. Assomiglia un po' all'ultimo tiro di una partita di bowling, quando di fronte a te c'è un birillo infame che non è voluto cadere e ti ha impedito lo strike. 

20 anni fa



20 anni fa, oggi.
20 anni fa spegnevo 17 candeline. Non avevo la patente. Non avevo capelli bianchi. Non ero fidanzato con quella che sarebbe diventata mia moglie. Ovviamente, non avevo figli. 
Il Napoli se la passava una schifezza. Il pizzetto era ancora relativamente corto. La chitarra era perennemente accordata. I colori dei tramonti erano più belli. Pesavo 30 kg di meno.
A parte questo, non ero un tipo felice. Perennemente incazzato per un motivo o con qualcuno. La politica, la voglia di cambiare le cose, gli sbirri che manganellavano e lanciavano lacrimogeni, le tifoserie avversare che cagavano il cazzo e andavano messe a posto, il rock che si commercializzava sempre di più, sto sfaccimma di nuovo millennio che prometteva cazzate a go-go (infatti non ha mantenuto nemmeno una delle promesse fatte 20 anni fa).
20 anni fa non ero certo un dudeista in erba. Oddio, in erba ci andavo spesso... ma il dudeismo non esisteva ancora. Anche perché Il Grande Lebowski uscirà solo l'anno dopo. Però già adoravo il bowling. Mi ero appassionato durante i numerosissimi filoni autunnali e primaverili a scuola. Andavamo spesso al bowling di Fuorigrotta, quello vicino l'Edenlandia. La maggior parte dei miei compagni di classe (e di filone) si piazzavano sul calcio balilla e potevano stare lì per ore. All'impiedi. Ad aspettare il proprio turno.
No, non faceva per me e per quella minoranza grunge che preferiva affondare nei divanetti. E i divanetti delle piste da bowling erano perfetti. Prendevamo una pista, davamo nomi che assomigliavano a sfottò, indossavamo le scarpette da bowling e iniziavamo a giocare.
20 anni fa festeggiai il mio compleanno proprio così. La mattina al bowling con gli amici e qualche ragazza a cui fare la corte (noi dudeisti Avanti Drugo avevamo modi particolari di fare la corte, diciamo che oscillavamo tra il romantico e il "passami la canna o levati dalle palle"). La sera andai a giocare a calcio, su un campo di pozzolana che chiamavamo Il Padovano.

Ho nostalgia di quel periodo? Certo che si. Ricordo, però, come mi sentivo a quei tempi... e non ero felice. Forse perché l'adolescenza è tutta un casino. Forse perché ci manca quando non siamo più adolescenti. Quindi la mia nostalgia è più nei ricordi e nei volti che incrociavo quasi ogni giorno piuttosto che nelle cose che facevo e nel modo in cui le vivevo.
Se potessi, tornerei a quel periodo? Certo che si. Ma solo una settimana, non di più. Poi vorrei tornare qui. Al mio lavoro da impiegato senza stimoli. A mia moglie. Ai miei figli. E alla partita di bowling che giocherò stasera per festeggiare il mio compleanno. 
Perché? Ma è semplice: non so quanti strike farò stasera. E il bello della vita è tutto lì: nel non sapere, nello scoprire. 
Nel vivere, non nel rivivere.

Dudeismo e Non Violenza



Il Dudeismo è una filosofia di vita. Non è una religione, nonostante abbia rituali e culti particolari. Non è una ideologia, nonostante inevitabilmente investa la realtà politica e sociale del territorio in cui ogni drugo tiene botta. Per questo motivo, è quasi inevitabile reagire alla contemporaneità, ai temi che l'attualità ci pone di fronte.
In questi tempi di guerre, di Isis, di scontri di piazza, di crisi economica, di scioperi, di terrorismo organizzato e di terroristi solitari, c'è una sola costante che si ripete ovunque: la Violenza. Essa pare essere la sola padrona del Presente, la ragione sociale dell'Oggi. E noi dudeisti, che siamo feriamente rivoluzionari (seppur a modo nostro), non possiamo che schierarci decisamente contro il Sistema e la sua ragione sociale. In che modo? Col più radicale rifiuto della Violenza. Con una Non Violenza attiva, con la disobbedienza.

Ora dovrei continuare con una serie di dotte citazioni sulla Non Violenza.
Potrei ricordare, ad esempio, Martin Luther King: "La non-violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo; la necessità per l'uomo di aver la meglio sull'oppressione e la violenza senza ricorrere all'oppressione e alla violenza".
Oppure rinverdire i fasti di Gandhi (il film, non il personaggio, visto che non si hanno prove che abbia mai proferito la seguente frase): "Occhio per occhio, e il mondo resta cieco".
O anche rimembrare gli insegnamenti di Marco Pannella: "Non violenza e democrazia politica devono vivere quasi come sinonimi", intendendo che un sistema non democratico è necessariamente un sistema violento e che, quindi, solo un sistema non violento può definirsi democratico.
Invece no. La scelta non violenta, per noi dudeisti, è una scelta inevitabile: la non violenza è comoda. Pensate a quanta fatica c'è dietro uno schiaffo, un pugno, una manganellata, una frase colma d'odio e di rabbia. Pensate al sudore negli scontri di piazza o nelle "missioni di pace", quelle con cui si esporta la democrazia a suon di pallottole e bombe. Valutate lo sforzo fisico, persino l'allenamento, la preparazione che servono per essere pronti ad azioni di guerra e di guerriglia.
Naaaaahhh. La vita è troppo bella per sprecarla così. Bisogna lottare, per carità. Il sistema fa schifo e va cambiato, anzi va abolito. Ma noi dudeisti dobbiamo farlo a modo nostro. Blocco stradale? Giustissimo, ma facciamolo sedendoci sull'asfalto su comodi tappeti che diano un tono alla manifestazione. Sciopero della fame? Ok, ma almeno scoliamoci un paio di white russian. Marcia di protesta? Va bene, ma facciamola in pantaloncini e pantofole. Con l'accappatoio, se fa un po' freddo. Corteo? Ottima idea, ma non troppo lungo. Flash mob? Splendido! Alzate i birilli, prendete le freccette, montate la rete da ping pong... che si protesta divertendosi!

P.S. non cagate il cazzo con le raccolte firme, le petizioni e obladì obladà, che sono cose inutili!

Uovo o gallina? (Ecce Dude)



Camminavo su una strada polverosa parecchie ore dopo il tramonto. Una puttana zoppa zoppicava sull'asfalto sconnesso di periferia. Una specie di messicano coi baffi stalinisti aveva una chitarra in mano. Probabilmente era uno dei tanti suonatori che bazzicano ogni sera i ristoranti e i locali della movida. Stava accovacciato vicino ad un piccolo cancello. Oltre il cancello, una gallina si muoveva avanti e indietro.
Mi avvicinai, incuriosito e annoiato allo stesso tempo.
- Ola, hermano!
Il tizio si girò verso di me e accennò un sorriso storto, che mise in evidenza lo scintillante giallore dei suoi denti marci. Poi si voltò di nuovo verso la gallina. Io mi appoggiai al cancello, guardando la scena.
E compresi.

"E' nato prima l'uovo o la gallina?". Questa domanda attanaglia filosofi di ogni categoria da centinaia di anni. Non avendo un cazzo da fare materialmente, i filosofi fanno una cosa difficilissima e rarissima: pensano. Riflettono. Contemplano. Si pongono domande, più che cercare risposte. Ma non disdegnano di rispondere a qualche quesito. E quindi, è nato prima l'uovo o la gallina?
Il white russian. E' nato prima il white russian. Ecco la risposta giusta, fratelli drughi! Il "brodo primordiale" di cui si parla in ogni libro di scienza non era altro che un enorme bicchiere di vodka, kaluha e latte, circondato da ghiaccio. Così è nata la vita. Così sono nate le uova e le galline.

E se il vostro interlocutore non si accontenta di questa approfondita spiegazione scientifica, allora ditegli che l'uovo è nato prima della gallina.
Lo sanno tutti. Pure i polli.


Il programma dudeista di Stefano Torre, candidato sindaco di Piacenza



Sono passate poche ore dalla chiusura dei seggi delle Amministrative 2017. 
L'unico risultava che interessava a me, napoletano che vive da dieci anni a Roma, era quello di Piacenza. Perché nella piccola città romagnola si era candidato a sindaco un "dudeista inconsapevole", ovvero una persona con un atteggiamento verso la vita (reso palese dal proprio rivoluzionario programma elettorale) molto simile a quello del Drugo. Probabilmente Stefano Torre, quando ha deciso di candidarsi, non aveva letto il Vangelo secondo Lebowski, ma qualche testo situazionista o qualche articolo del mio concittadino Guglielmo Giannini. Il suo programma politico, comunque, non può che essere una validissima base teorica per il Dudeismo politico:


Realizzare un vulcano a Borgoforte. Basta trivellare fino a raggiungere il magma al di sotto della crosta superficiale terrestre, fare in modo che risalga fino ad una camera magmatica che verrà realizzata pochi chilometri sotto la superficie. Il cono vulcanico crescerà poco per volta fino a diventare alto come il monte Santa Franca e diventerà un importante elemento della piacentinità.
Rendere navigabile il centro storico della città. Scavare canali nelle principali vie del centro storico per renderlo navigabile e poter raggiungere piazza cavalli o piazza Duomo in vaporetto! 
Realizzare il più grande porto mercantile d’Europa lungo il torrente Nure. Si tratta di fare un porto mercantile che arrivi fino a Bettola con banchine su entrambe le sponde per oltre 30 chilometri. 
Realizzare un Vinodotto per distribuire il vino nelle case direttamente dal rubinetto. Vino Bianco, vino Rosso e vino santo. Utilizzando un miscelatore si potrà ottenere anche il rosè. 
Riportare la Formula Uno a Piacenza. Sul circuito cittadino di piacenza ha esordito la Ferrari, e noi riteniamo indispensabile fare in modo di avere un Gran Premio di Piacenza moderno e mozzafiato.
Per renderlo più emozionante faremo anche un tratto a doppio senso di marcia, nel quale i bolidi rischieranno lo scontro frontale. 
Portare il Piacenza Calcio a vincere la champions league. A tale scopo contribuirà il mio amico Bill Gates che, quando sarò sindaco di Piacenza, entrerà nella società in minoranza e portando un sacco di soldi. 
Realizzare a Piacenza un Casinò come a Monte Carlo. La ludo patia diventerà, soprattutto tra gli anziani, una caratteristica di Piacenza, ed il comune deve contribuire a farla crescere. Poi un casinò serve a fare da contorno al gran Premio di Formula uno. 
Istituire la giornata del gratta e vinci, nella quale TUTTI i gratta e vinci venduti saranno vincenti.
Sempre nell’ottica del diffondere la Ludopatia in città, la giornata del Gratta e Vinci potrebbe ottenere risultati eccezionali. 
Distribuire gratuitamente il Viagra ed il Cialis agli over 55 anni. La popolazione anziana potrebbe trarre un grande giovamento dalla distribuzione gratuita di viagra e cialis, in attesa che si riesca ad importare l’aria di Bettola che ha effetti equipollenti. 
Portare a Piacenza la Tour Eiffel. Avendola vinta a Poker, c’è solo da decidere dove metterla, e per questo faremo un referendum popolare. 
Piacenza Indipendente e dotata di un esercito. Il mio amico Vladimir Putin mi presterà uomini e mezzi, soprattutto mi darà i missili balistici per rendere il nostro esercito invincibile. 
Piacenza fuori dall’euro con il Colombo, moneta di Bettola, come conio ufficiale. Avremo una nostra moneta, una nostra banca centrale ed un nostro debito pubblico con il quale finanziare le grandi opere che ci accingiamo a realizzare 
Spostare a piacenza la base spaziale di Baikon Ur. Una Base spaziale a Piacenza è assolutamente fondamentale per garantire lo sviluppo con una prospettiva lungimirante. Tra qualche decennio lo spazio non sarà più un territorio difficile da esplorale, ma diventerà una esperienza quasi quotidiana.
Così ho chiesto al mio amico Vladimir Putin di trasferire a Piacenza la base di Baikon Ur e lui ha accettato entusiasta.
Quando arriveranno gli extraterrestri, e prima o poi arriveranno, saremo in pole position per accoglierli, e Piacenza diventerà il centro mondiale per i rapporti. 
Dichiarare guerra a Parma così impara ad averci rubato il grana, Verdi e a cercare di rubarci la coppa. Diciamolo chiaramente: Parma ha rotto i coglioni! Ci ruba qualunque cosa! Lo ha fatto con il formaggio grana, con Giuseppe Verdi ed ora lo sta facendo con la Coppa e con i Pisarei. Quindi noi, così imparano, muoveremo in armi verso Parma e la conquisteremo. Il mio amico Vladimir Putin mi ha già promesso i missili balistici per attaccare Parma! 
Muovere in armi verso Cremona al grido di DIO MALEDICA LA MOSTARDA. È dal 218 avanti cristo che la rivalità con Cremona contraddistingue la cultura Piacentina, e se c’è qualcosa che più di altre contraddistingue Cremona è proprio la mostarda.
Dio Maledica la mostarda è un urlo di battaglia che rende la guerra degna di essere combattuta. 
Abolire il corpo dei Vigili Urbani. I vigili urbani sono diventati il braccio armato del comune per estorcere denaro ai cittadini!
Abolendoli si risolverà radicalmente il problema! 
Proibire di morire per poter campare fino a 700 anni come Matusalemme. La proibizione di morire è la mia risposta a chi mi accusa di voler seminare morte e distruzione con il Vulcano di Borgoforte.
La gente di Piacenza così vivrà per sempre, e con la distribuzione del Viagra gratis si divertirà da matti fino all’età di Matusalemme! 
Costruire a Piacenza il più grande telescopio del mondo per vedere i marziani. Siccome a me piace anche occuparmi di astronomia, credo che inserire un mega telescopio nel mio programma elettorale sia doveroso! 
Portare a Piacenza il Tower Bridge. Mia cugina Elisabetta lo avrebbe regalato a Bettola, ma ora che corro per Piacenza ha cambiato la sua destinazione. 
Portare Cristiano Ronaldo in biancorosso. Bè … oltre che farmi da testimonial ed aver presentato le firme dei miei sottoscrittore, ha anche promesso di vestire la maglia biancorossa già dal prossimo anno. 
Fare un Parco nella Pertite e ricostruire l’edificio originale, riempirlo di tritolo per farlo brillare ogni anno in occasione della celebrazione del funesto evento.
Il tritolo farà saltare la Pertite ogni anno! E l’esplosione sarà visibile anche da molto lontano, da lodi e da Cremona! L’evento attirerà turisti da tutto il mondo e renderà un sacco di soldi! 
Costruire un muro al confine con Caorso e Pontenure per bloccare extra comunitari e profughi. Dopo aver constatato che la maggior parte dei profughi e degli extracomunitari arrivano a Piacenza transitando da Caorso e Pontenure, abbiamo deciso di costruire un Muro al confine, alto 4 metri e capace di fermare chiunque abbia intenzione di entrare in territorio piacentino.
Ovviamente le spese per la costruzione del muro saranno pagate dai sindaci di Caorso e di Ponte Nure. 
Aggiungiamo una donna Nuda sullo stemma come a Bettola. Lo stemma va svecchiato e reso maggiormente sexy, per questo riteniamo che l’aggiunta di una donna nuda sia necessaria a migliorare l’appeal del nostro stemma.
La modella che verrà utilizzata per la realizzazione del nuovo stemma verrà scelta con un sondaggio su internet.

Ora voi direte: divertente 'sta cosa, ma quanto avrà preso? Trenta voti?
Tenetevi forte. Il compagno dudeista inconsapevole Stefano Torre ha preso 1801 voti, pari al 4.28%! Un risultato clamoroso!
Il futuro è ormai chiaro. Il pianeta è di fronte ad un bivio: Dudeismo o Barbarie!

Un anno da prete



Eh si, è passato un anno esatto da quel 10 giugno 2016 in cui sono stato ordinato Prete Dudeista.
Un anno da dudeista effettivo, quindi con molte pause e tanta, tantissima Kalma.
Non ho ancora festeggiato. Forse lo farò domani. Due tiri a bowling, con moglie e prole. Un paio di birre. Se ci sono le freccette, tento pure qualche 180.

E' stato un anno sfizioso. Difficile, certo, perché tenere botta in quest'epoca storica e in questa sottospecie di Paese chiamato Italia non è certo cosa semplice. Provare a mettere un sorriso dove gli altri mettono il broncio, tentare di non farsi catturare dalla frenesia malata che ha infettato tutti, nel traffico come nelle corsie del supermercato, è davvero tosta.
Io ci ho provato. A volte ho fallito, altre volte (molto più spesso di quanto pensassi) ci sono riuscito. E quindi continuo. Un passo di tai chi alla volta. Fino allo strike definitivo.

Stralci dal KTM, Kee Te Muort





Tratto dal canale youtube del principale Prete Dudeista italiano!

Va così



E niente, va così.
Con quel passo obliquo
e la volontà in fondo al bicchiere.
Con le macchie sull'accappatoio
e l'assegno per il latte.
Con le bombe in Iraq
e una casa senza tappeti.

Va così,
non ci possiamo fare niente.
L'onda la lasciamo andare,
aspettiamo la prossima.
Le Tesi di Aprile di Lenin,
le fatiche dei nichilisti
e obladì obladà.

Va così,
non credo che cambi.
Elezioni anticipate,
erezioni anticipatissime,
governi balneari
e punti segnati nonostante un piede
oltre la linea.
Rimettono i voucher,
vogliono chiudere le frontiere,
odiano gli immigrati
e sperano che il Vesuvio
lavi un po' di gente.

Va così,
che ci vuoi fare?
Teniamo botta.

Dudeismo o barbarie




Se Trump fosse dudeista, coi messicani ci giocherebbe a bowling invece di pensare a costruire muri tra la California e il Messico. Se fosse dudeista ci sarebbe un mega tappeto ovale alla Casa Bianca. Potrebbe organizzare party molto esclusivi sul giardino presidenziale, magari invitare i Metallica e fare il tecnico del suono per loro!

Se Marine Le Pen fosse dudeista, avrebbe la mente flessibile e, invece di vomitare odio razzistico e nazionalismo novecentesco, penserebbe a slogan alternativi molto sfiziosi. Che so, invece di "Dio, Patria e Famiglia" opterebbe per un più consono "Fottiti, Lasciami in pace e Vaffanculo". Invece di chiudere le frontiere e cacciare gli immigrati, la Le Pen li prenderebbe come vengono. Insomma, sarebbe una Signora Molto Speciale, ecco.

Se al-Baghdadi fosse dudeista, la pianterebbe di essere un musulmano nichilista (visto quanto sia faticoso essere nichilista). Il suo Isis diventerebbe una sorta di Real Madrid del bowling e i suoi militanti cercherebbero di decapitare birilli invece che poveri cristi. Se fosse dudeista, oltre alla barba si farebbe crescere anche i capelli, indosserebbe un paio di occhialoni neri e si farebbe uno spinello, eh. 

Se Putin fosse dudeista, di fronte ad ogni attentato farebbe come diceva Lenin: "Tu cerca la persona che ne trae beneficio, e..., e... insomma...". Invece di allenarsi nel judo, si allennerebbe nel Tai Chi, su un bel tappeto che desse un tono a tutto il Kremlino. Quando va in Siberia a caccia di orsi, ci andrebbe con la consapevolezza che a volte sei tu che mangi l'orso e altre volte è l'orso che mangia te.

Se Kim Jong-un fosse dudeista, lancerebbe freccette invece di missili, farebbe esperimenti con le marijuana invece che col nucleare, e soprattutto la pianterebbe di pettinarsi come un reduce del Vietnam di religione ebraica che usa il plurale maiestatis ed è pronto a scatenare una guerra nucleare non appena qualcuno superi leggermente la linea perchè gli è scivolato un po' il piede!

Questi pochi, piccoli esempi dimostrano una verità inconfutabile: se il Mondo fosse in mano ai dudeisti, sarebbe un fottutissimo posto spettacolare dove vivere! L'umanità si trova di fronte ad un bivio: dudeismo o barbarie. E non è uno spare...

Quali sono gli sport dudeisti?



Cominciamo sfatando un mito: il dudeismo non è sinonimo di pigrizia. O meglio, noi dudeisti non siamo soltanto pigri, ma abbiamo anche tantissimi altri pregi. Ad esempio sappiamo tenere botta come manco uno stoico riesce più a fare, seguiamo la corrente e prendiamo per culo gli storioni, sappiamo prenderla come viene (basta che venga...).
Per questo motivo non dovete stupirvi del fatto che esistano discipline sportive che possono fregiarsi del titolo di "sport dudeisti". Sono sport particolari, non molto faticosi, decisamente divertenti e, molto spesso, rilassanti, e fanno bene soprattutto a chi li pratica in compagnia di amici e di qualche buon boccale di birra. Evito di parlare degli innumerevoli giochi di carte che appassionano noi dudeisti, come evito di citare gli scacchi e la dama: non perché non siano sport dudeisti, ma perché dedicherò agli sport "da tavola" un post apposito, entro la prossima era geologica.
Parliamo di sport, di ciò che è classificato come "sport" da innumerevoli federazioni sportive e, in qualche caso, persino dal comitato olimpico nazionale.


Bowling
E' lo sport dudeista per eccellenza. Una metafora della vita, fatta di strike e di palle in corsia. E di tanti spare, se lo vogliamo. E' perfetto per una serata tranquilla tra amici o con qualche Donna Molto Speciale, con cui scommettere una birretta o un white russian. Purtroppo bisogna indossare le scarpette per scendere in pista: le nostre amate pantofole non sono ammesse. E' altresì consentito giocare in accappatoio. Non è importante vincere, ma tenere botta e prendersela come viene.


Tai Chi
La "boxe della suprema polarità" è un'arte marziale con gli occhi a mandorla ideale per mantenere il corpo e soprattutto la mente molto flessibili. Si compone di Cinque Azioni e di Otto Trigrammi, una serie di posizioni che prendono il nome di Passi, sette o otto Stili, un paio di Spinelli e una Birra post allenamento. Necessita di un paio di scarpette da Tai Chi, vestiti comodi e, se siete nel chiuso del vostro salotto, è consigliato esercitarsi su un tappeto che dia una tono all'ambiente.


Freccette (Darts)
Sport dudeista a lungo sottovalutato, ma ultimamente in continua crescita. Lo scopo del gioco è lanciare tre freccette e sommare i punti: chi arriva prima a 501 vince. I punti possibili sono da 1 a 20, c'è poi una corona esterna (i "doppi", se la vostra freccia cade li sopra si raddoppia il numero sottostante) e una corona interna (i "tripli", che funzionano come i doppi). Il centro esatto è chiamato Bull, da Bulleye (occhio di bue), e vale 50 punti. Quindi il tiro perfetto, il Bull, non è quello che vale di più. Un po' come nella vita: il lavoro perfetto non è quello in cui si guadagna di più, la casa perfetta non è quella con più metri quadri, ecc...
Ideale per giocare in compagnia, ma ottimo antistress anche per chi gioca da solo. Perfetto se accompagnato da una birra, assicurarsi solo che non passi gente nei paraggi: il rischio di infilzare qualcuno è alto.


Biliardo
Con questo termine voglio indicare sia il biliardo all'italiana (quello coi birilli), sia quello all'americana (la carambola), sia lo snooker...insomma, tutti i giochi che prevedono un tavolo da biliardo, una stecca e qualche biglia. Sport adatto ai dudeisti solitari quanto a quelli più compagnoni. La location, in genere, garantisce la presenza di birra e/o comodi white russian. Per colpire bene la biglia bisogna essere molto flessibili e la biglia va presa come viene.


Calcio Balilla
Gioco dal nome fascista, ma adatto agli antifa e ai fricchettoni. Talvolta può essere faticoso, specie quando si gioca con gente che ritiene una partita di bigliardino paragonabile a una questione di vita o di morte. Pertanto è consigliabile giocare a calcio balilla solo con gente dalla mente (e dalla schiena, vista la posizione) molto flessibile.


Flipper
Uno dei passatempi preferiti delle passate generazioni, è un po' in decadenza. Ciò non toglie che in molti si cimentino ancora in questo "sport dudeista", in cui il massimo sforzo consiste nel premere forte il tasto quando la biglia si sta avvicinando al battitore. Luci e suoni psichedelici consigliano un uso stoned del flipper, magari canticchiando i Creedence Clearwater Revival tra un bonus e l'altro.


Bocce
Gioco inventato dai dudeisti attempati, ma indicatissimo anche per i più giovani. Da fare in spiaggia è uno spasso, a meno che non si faccia nelle ore più calde e sulla sabbia bollente. L'attività invernale è consigliata nei bocciodromi, dove è possibile concedersi anche impegnatissime partite a tressette, briscola o scopone scientifico con dudeisti inconsapevoli della terza età.


Ping Pong (sport estremo)
Come tutti gli esseri umani, anche noi dudeisti abbiamo la distinzione tra sport e sport estremi. C'è chi si lancia col paracadute, chi scala montagne a mani nude, chi scende a tutta velocità a bordo di mountain bike da downhill... noi dudeisti giochiamo a ping pong (altrimenti noto come tennis tavolo). Non potete immaginare quanto sudore, quanta fatica produce una partita di ping pong! E' davvero uno sport estremo per un drugo!

Chi lotta, può perdere...



"Chi lotta, può perdere.
Chi non lotta, ha già perso."
Quante volte abbiamo ascoltato o letto questa affermazione? Due frasi, semplici e brevi: chi decide di combattere, deve sapere che può vincere o perdere; chi si rifiuta di combattere, perde a prescindere.
Ebbene, cari dudeisti, se c'è una cosa che la nostra religione ci insegna è che combattere è (spesso) inutile ed è (sempre) faticoso. Non esiste una lotta che non preveda una fatica, uno sforzo. Ora, fin quando restiamo nel campo del bowling, delle freccette, della carambola, allora parliamo di sforzi accettabili e, quindi, di lotte sportive, possiamo anche combattere. Segnare punti e stare attenti alla linea. Ma se ci chiedete di imbracciare fucili, fare scioperi (della fame o meno), scendere in piazza o altro... beh, venite a prenderci a casa e consentiteci di stenderci in strada, sopra comodi tappeti, di fronte ai poliziotti. Almeno possiamo dare un tono alla carica della sbirraglia!

Se una cosa, una qualsiasi cosa, necessita della nostra lotta per essere realizzata, vuol dire che abbiamo già perso. Se ci va bene, possiamo al massimo pareggiare. Probabilmente, faremmo meglio a cambiare strada. Non vedo in giro rivoluzionari, se non su facebook. I guerrafondai stanno comodamente seduti su poltrone di pelle umana e hanno l'acquario dei dipendenti. Gli scioperi si fanno solo il venerdì e magari durano 4 ore. E adesso volete che io mi tolga le scarpe da Tai Chi e indossi gli anfibi da battaglia urbana? Se volete, portate i tappeti in strada e facciamo un bel flash mob! Ma non chiedetemi di più!
Statemi a sentire, cari drughi: sforzatevi solo per le persone che amate e per le cose che vi fanno star bene. Tutto il resto lasciatelo perdere. E tenete costantemente botta. Perché, come dice il Saggio che scrisse il Ki Tem Muort:
"Chi lotta, può perdere.
Chi non lotta, no."

Trump Non-Finito



acrilico su tela, 30x40
Un esempio di Arte Dudeista, in cui il quadro è privo di particolari (perchè mica possiamo perdere tempo a dipingere occhi, labbra, nasi e sfumature varie...) e l'opera serve solo a dare un tono all'ambiente.
L'Arte Dudeista appartiene alla corrente non nichilista dell'Espressionismo Pop e cose del genere.