AD10S

 Tutto il mondo lo piange da tre giorni, come è giusto che sia. Io stesso, partenopeo di nascita e di fede, mi sto asciugando le lacrime a fatica da mercoledì.

Tutto il mondo ha fatto a gara a ricordarlo: chi voleva scrivere un post, chi dedicargli un murales, chi comporre una poesia, chi realizzare un articolo, chi postare uno degli innumerevoli video su Maradona che girano in rete.

Da buon dudeista, ho atteso che tutti si affannassero in questa folle corsa acchiappa-like. Noi dudeisti, anche di fronte al dolore, teniamo botta e restiamo flessibili. Oggi che tutti hanno espresso almeno un pensiero su Diego, posso cimentarmi io. Ci metto poco, tranquilli.

Ho visto Maradona. Avevo 8 anni la prima volta che i miei occhi si sono posati su quel riccioluto scugnizzo nato a Lanus, a sud di Buenos Aires. Mio padre, juventino, mi portò al San Paolo e mi ci ha portato fino al 1991, quando Diego fu squalificato per cocaina. In quegli anni ho visto cose che voi umani... Pensate che le magie che oggi fanno i fuoriclasse del pallone io le ho viste fare più di trent'anni fa. YouTube non esisteva ancora, altrimenti sai quanti followers...

Ho visto Maradona. L'ho vissuto. L'ho sentito, sulla pelle e nella gola. L'ho osannato e l'ho pianto. L'ho ammirato e l'ho perdonato, tutte le volte che chiedeva scusa per i suoi errori di calciatore, di uomo, di marito, di padre.

Gli ho visto fare la rabona quando la rabona non esisteva. Gli ho visto mettere la palla nel sette con la barriera a cinque metri. L'ho visto non allenarsi una settimana intera e poi scendere in campo e farne tre. L'ho visto segnare a pallonetto di testa da venti metri. Gli ho visto segnare i due goal più iconici della storia del calcio a distanza di quattro minuti. E noi dudeisti lo sappiamo: per noi, il goal del Secolo non è quello in cui parte da centrocampo, scarta tutti, fa sedere il portiere e insacca a porta vuota; il goal del Secolo dudeista è quello della Mano de Dios.

Per questo anni fa ho dipinto questo quadro, che oggi campeggia sulle pareti di casa di un mio amico. Per questo oggi lo saluto, a tre giorni dal resto del mondo.

AD10S, Diego.



Porca miseria




Sono dieci mesi che non aggiorno questo blog.
Porca miseria.

La colpa è grave, lo ammetto. Purtroppo sono stati dieci mesi incasinati, sia per me che per il resto del pianeta. E' stata dura mantenere un barlume di dudeismo tra lockdown, cassa integrazione, scuole chiuse, attività sportive sospese, negazionisti di vario tipo, decreti presidenziali e partite di calcio rinviate.
In questi dieci mesi la mia attività di prete dudeista, di profeta della Via, di cantore del Kee Te Muort è stata praticamente sospesa.

Il Mondo ha bisogno di Dudeismo.
Mai come ora.

Happy Dude Year 2020



Tra poche ore saluteremo il 2019 brindando e augurandoci il meglio. Il nostro pianeta ha semplicemente concluso un giro intorno alla nostra stella, quindi in realtà non ci sarebbe nulla da festeggiare. Eppure, vuoi per tradizione, vuoi perché festeggiare è sempre divertente, ci ritroveremo in famiglia o con gli amici a bere e a ingozzarci.

Non voglio rovinarvi la festa, ma mi limito a piccole banali considerazioni che tutti dovreste tenere a mente:

- nel 2020 ci saranno ancora reazionari, turbocapitalisti, nichilisti e esperti dell'impegno civico che si sentiranno meglio di voi;

- nel 2020 ci saranno ancora tipi che pisceranno su ciò che dà un tono al vostro ambiente interiore e altri pronti a ucvidervi perché avete semplicemente pestato una linea e "questo non è il Vietnam, qui ci sono delle regole" ;

- nel 2020 ci saranno ancora persone che organizzeranno fregature e truffe, che saranno pronte a vendersi e "se mi dai un centone puoi guardare", che si faranno corrodere dall'ansia, dal traffico, dai soldi e da un effimero e chimerico potere.

Nel 2020 ci saranno tutte queste cose. E il nostro compito sarà sempre e solo uno: Tenere Botta, tra uno strike e un white russian. 

Buona fine e buon principio, fratelli e sorelle e signore molto speciali.

Residui



Due giorni di mangiate epiche cominciano a mettere pressione al fegato e ad altri organi interni, decisamente provati dalle caratteristiche luculliane del Natale partenopeo.
Come ogni buon prete dudeista e discepolo del Drugo Cosmico ho mostrato a tutti la retta via: Tenere Botta, tra un florilegio di antipasti e un tris di paste, tra una strage ittica al forno e una insalata di rinforzo. Il tutto bagnato da vini vulcanici che aiutavano a dare un tono a tutto l'ambiente, esteriore e interiore.

Ho fatto innumerevoli strike di struffoli e rococò, felle di pastiera e tazzulelle di caffè. 
Ora sono svaccato sul divano, la rotondità della panza in bella mostra, il respiro pesante di chi ancora deve digerire le pupaccelle e l'occhio vitreo che sa di Falanghina dei Campi Flegrei.

Tra poco mi alzo e vado a farmi la barba, ascoltando Jerry Lee che incendia i tasti del pianoforte. Chissà se riuscirò a vedere anche grandi palle di fuoco...

Vi saluto con una perla tratta dal Kee Te Muort, manuale di dudeismo partenopeo:
"Bussate e vi sarà aperto. Appena riesco ad arrivare alla porta." 

Yin yang e Ping pong



Nell'ultimo anno e mezzo ho praticamente interrotto qualsiasi attività sportiva. Un po' per mancanza di tempo, visti gli impegni familiari e i turni di lavoro, un po' perché qualche piccolo acciacco fisico mi ha impedito di allenarmi.
Nella mia vita ho fatto solo tre sport: pallacanestro, calcio e pugilato. Tutti sport di contatto, che presuppongono un allenamento duro e faticoso. Discipline, quindi, prive di autentico spirito dudeista (eccezion fatta per il ruolo dello portiere, come spiego qui).

Ora che il medico mi ha consigliato di ricominciare a fare un po' di blanda attività sportiva, mi sono trovato a dover scegliere uno sport in cui non vi fosse contatto fisico e che si confacesse ai miei impegni di famiglia e di lavoro. Trovandomi a cercare, ho pensato a tutti gli sport dudeisti (di cui parlo qui) e alla fine ho deciso di provare uno sport estremo: il ping pong. E ieri sera sono andato per la prima volta ad un allenamento di tennistavolo.

Sono arrivato alle 20, come da accordi telefonici con l'allenatore. Dopo le presentazioni di rito, mi ha spiegato un po' di cose. Innanzi tutto, i materiali: palline e racchette. Sulle palline c'è poco da dire, visto che ormai si trovano facilmente ovunque. 
Sulle racchette, in inglese blades, c'è invece un discorso da fare. Ho scoperto infatti che la quasi totalità dei giocatori si costruisce da sé la propria racchetta. Ognuno si sceglie il telaio e le gomme più adatte al proprio dritto e al proprio rovescio, poi assembla tutto e con le forbici ritaglia la gomma seguendo la forma del telaio. Quindi le racchette che troviamo negli store, tutte perfettamente assemblate, vanno bene solo per giocare al campeggio...

Poi è iniziato l'allenamento. Tanti scambi, tecniche di servizio, esercitazioni sugli effetti in attacco e in difesa. Inutile dirvi che ero nettamente il più scarso tra i presenti: gli altri tiravano saette e imprimevano effetti stupefacenti alle loro palline. Io, invece... beh, diciamo che sono più portato per il bowling. Poi sono cominciate le partite: chi vinceva andava a sfidare il vincente di un altro tavolo, chi perdeva faceva lo stesso con un altro perdente. Devo dirvi che i tavoli di ping pong davano un tono a tutto l'ambiente. Senza di loro, sarebbe stata una spoglia palestra scolastica della periferia romana.
Sapete quante partite ho vinto? NESSUNA! Tutte sconfitte! Però non è stato un problema, anzi: nelle ultime partite sono stato anche capace di realizzare un numero decente di punti. 
Finito l'allenamento, ho capito perché il tennis tavolo è giustamente considerato uno sport estremo per noi dudeisti. Ci si muove sempre, i ritmi sono alti e si suda parecchio. Però si fa al coperto, con gente di tutte le età e tutte le panze, e tranquillamente ci si può scommettere un white russian. E poi, parliamoci chiaro: è una disciplina che presuppone un avversario. Non si può giocare da soli. 
Ogni Yin ha bisogno di Yang.
Ogni Ping ha bisogno di Pong.


Cucina Dudeista - Menu Zero



Se vi facessi la domanda "cosa beve il Drugo?", sicuramente mi rispondereste che il Nostro adora il white russian e, in secondo ordine, la birra. Ragion per cui le due bevande sopra citate sono diventate il riferimento per ogni dudeista sulla faccia della Terra.
Ma se vi chiedessi "cosa mangia il Drugo?", sarebbe molto più difficile rispondere. E dobbiamo poi considerare il fatto che un dudeista italiano, come è il caso mio, sarà abituato ad una cucina e a prodotti diversi da quelli di un dudeista giapponese o brasiliano. E tutti noi, probabilmente, mangeremo e cucineremo cose diverse da quelle del Lebowski californiano.
Il post che state leggendo, quindi, vuole inaugurare una serie di ricette gastronomiche adatte ad un dudeista italiano, ma che - data l'internazionalizzazione della cucina italiana - può tranquillamente appartenere anche alla tradizione culinaria di un dudeista europeo o extraeuropeo.

Partiamo dai principi:
Quali devono essere le caratteristiche di una cucina dudeista?
Tutto ciò che è dudeista deve rispondere alla suprema Legge della Kalma. Quindi la cucina dudeista deve essere , innanzi tutto, una cucina rilassante, non difficile e priva dello stress del tempo (di preparazione, di cottura e persino di consumazione).
Seconda cosa, la cucina dudeista deve essere flessibile: non è la nostra spesa che deve adeguarsi al nostro piatto, ma il contrario. Quindi aprite il frigorifero e cucinate quello che avete. Se, però, volete colpire favorevolmente la vostra Signora Molto Speciale preparando una cenetta a lume di candela e Creedence Clearwater in sottofondo, allora potete recarvi nel vicino supermercato a comprare qualcosa adatto allo scopo. Portatevi il libretto degli assegni, non si sa mai...

Oggi partiamo con un primo menu, il Menu Zero.
Come vedrete, vengono rispettate sia la Legge della Kalma che la flessibilità (perché immaginiamo che chiunque abbia questi prodotti a casa o che possa reperirli facilmente).
Parliamo di un menu completo: antipasto, primo e secondo.

Antipasto: Bruschette al pomodoro.
Prendete un po' di pane avanzato, tagliatelo a fettine e mettete le stesse su una piastra già calda. Intanto sciacquate e tagliate qualche pomodorino a cubetti e conditelo con olio, sale e qualche foglia di basilico, anche tritata. Una volta abbruscate entrambe le facce delle fettine di pane, mettetele su un piatto grande e versateci sopra i cubetti di pomodoro conditi.

Primo piatto: Pasta al burro, pepe e salvia.
Il primo piatto più dudeista che esita! Mettete a bollire l'acqua sul fuoco, quando bolle gettate un pungo di sale grosse e, un minuto dopo, il quantitativo di pasta che vi serve (se siete in due, buttate tre etti; se siete in tre, buttate quattro etti e così via...). Sulla confezione della pasta è indicato il tempo di cottura; vi consiglio di toglierla un minuto prima. Scolate la pasta, conservando un mestolo di acqua di cottura. Rimettete la pentola sul fuoco e inseriteci dentro un bel pezzo di burro e una copiosa spolverata di salvia e di pepe nero. Si scioglierà in pochissimo tempo. Ributtateci dentro la pasta e il mestolo di acqua di cottura. Girate tutto con vigoria, magari aggiungendovi del parmigiano se vi piace il formaggio. 
Dopo due minuti, mettete un filo d'olio e girate ancora un minuto.
Servite e strafocatevi.

Secondo piatto: Wurstel.
C'è qualcosa di più semplice e veloce da preparare? Potreste anche buttarli nel microonde! Ma dato che siamo chef dudeisti, proviamo a cucinarli!
Sulla piastra che avete utilizzato per le bruschette metteteci dei wurstel, magari tagliati in lunghezza. Si cucineranno in pochi minuti. 
Contorno consigliato: una verdura fatta alla piastra (ad esempio, fettine di zucchine o melanzane) OPPURE una lattuga condita con olio e sale (e aceto o limone, in base alle preferenze) OPPURE patatine surgelate fritte in padella (l'idea di mettersi a tagliare le patate per realizzare un contorno non va MAI presa in considerazione nella cucina dudeista).


Buon appetito, drughi!


Sempre peggio



In Alabama si rischia il carcere se si abortisce.
In Brasile il neoeletto presidente vuole "schiacciare la testa con gli anfibi" all'opposizione.
In Europa l'estrema destra è ovunque in ascesa.
E tutto il Pianeta sta per raggiungere il point break per quanto concerne l'inquinamento.

Ci vuole davvero Kalma.
Tantissima Kalma.


Passatismo tecnologico



Sono un lurido passatista. Ammetto la mia colpa.
Almeno per quanto concerne le nuove tecnologie.
Sia chiaro: ho lo smartphone, navigo in internet, bazzico i social e faccio tutte le cose richieste ad un normodotato tecnologico in una società a capitalismo avanzato.
Il problema è che faccio tutto senza poesia. Tanti input e output, ma nessun tappeto per la mia anima. Nulla che dia un tono all'ambiente.

Covo, ad esempio, un desiderio nascosto: scrivere lettere. Prendere un foglio di carta, impugnare una penna e scrivere a mano una lettera. Poi imbustarla e spedirla. Presentarmi in pantaloncini e sandali all'ufficio postale, con l'immancabile paio d'occhiali scuri conficcati sul naso, e chiedere alla signorina molto speciale dell'ufficio di darmi un francobollo ché devo spedire una lettera. E poi bermi un white russian fuori al bar situato di fianco alla posta, fantasticando sulla faccia del destinatario nel ricevere una lettera scritta a mano nel 2019.

C'è una cosa che, invece, proprio non riesco a fare: usare le chat per mandare lunghissimi papielli, scritti o vocali, ad amici e conoscenti vari. Non so se vi è mai capitato, a me molto spesso: apro whatsapp o altre cose del genere e mi ritrovo un amico o un parente che mi ha scritto un messaggio tipo Guerra e Pace. Peggio mi sento se il mittente mi ha spedito un messaggio vocale della durata superiore al minuto.
Come diceva un vecchio dudeista inconsapevole incontrato per caso al bowling:

"Se dovete inviare un messaggio vocale superiore ai 30 secondi chiamate, porca troia!"

Volete dargli torto?
Pensateci.

Io intanto vi saluto.
Tenete botta, guagliù!


Salvini, falla girare!



Salvini ha deciso: i negozi che vendono cannabis light vanno chiusi.
Perché la droga fa male, sempre.
Qualcuno ha provato a spiegargli che nei cannabis store vengono venduti prodotti che hanno una percentuale di THC, il principio attivo che rende "droga" la pianta, troppo bassa per poter essere accusati di alcunché, ma il ministro Salvini se ne frega.

Salvini se ne frega. Embè, il "me ne frego" è certamente uno dei motti preferiti dal secessionista nazionalista comunista padano anticomunista federalista sovranista razzista.

Non solo se ne frega, ma andrà avanti come un trattore. Anzi, come una ruspa, macchinario che notoriamente predilige. "Li chiuderò uno ad uno", tuona da ogni palco della sua campagna elettorale. Purtroppo non parla mai dal Viminale, dove in teoria dovrebbe passare le sue giornate...

Che fare? 
Come glielo facciamo capire a Salvini che pensare di contrastare il narcotraffico rendendo illegali i cannabis store equivale a voler contrastare la prostituzione rendendo illegali le seghe?

Se qualcuno ha la risposta a questa domanda, non esiti a contattarmi.
Con Kalma, s'intende.



Definitely Maybe



Grandissimi pezzi di fango, come va?
E' una vita che non ci sentiamo. Vi sono mancato?
Spero di si.

Ho avuto un casino di cose da fare. Cose che mi hanno preso tempo, denaro e pazienza. Ragion per cui sono stato un po' lontano dalla nostra amatissima Chiesa. Non sono riuscito a prenderla come viene, anche perché veniva storta quando stavo dritto e veniva dritta quando stavo storto. Ho provato ad essere flessibile, fratelli e sorelle care, ma finivo con l'irrigidirmi in quasi tutte le parti del corpo.

(eh, lo sapevo che qualche marpione notava il "quasi" e sghignazzava senza pudore...)

Adesso sono tornato. Definitivamente, forse. A quasi tre anni dalla mia ordinazione a prete dudeista, credo sia giusto riprendere il cammino interrotto. Piano piano, tanto non c'è fretta. Nessuno mi insegue e nessuno mi aspetta. Il nichilismo imperante meriterebbe mazzate e bombe, ma sono cose faticose e io non tengo voglia di affaticarmi. Non più. Non ne vale la pena.

E niente, ci si ribecca su queste pagine e magari su qualche pista da bowling.
A presto, pezzi di fango!


My birthday 2017



Siamo arrivati presto. Mia moglie guidava il passeggino con l'erede più piccolo, io cercavo di tenere a bada l'eccitazione dell'erede più grande. Il bowling di Ciampino era vuoto. Solo una pista occupata. In serata si sarebbe riempito per un torneo, ma alle 18.30 non c'era nessuno. Abbiamo chiesto una pista con le alzate laterali per impedire alla palla di perdersi nei corridoi, adducendo come motivazione il fatto che Federico, il maggiore dei miei figli, avesse meno di sei anni e fosse ancora poco pratico. In realtà, le alzate aiuteranno anche me e mia moglie ad evitare figuracce clamorose, ma questo non ditelo in giro.
Prendiamo le scarpe da bowling: numero 45 per me, 41 per Rachele e 33 per Federico. Il piccolo Manuele, un anno e mezzo di tenerezza e cinque dentini in bocca, stava comodamente seduto nel passeggino, ma appena siamo arrivati sulla pista è voluto scendere. Giustamente, aggiungerei: la novità del bowling era troppo ghiotta per non farsi un giro tra le piste e provare a prendere qualche palla. Nell'arco della serata dovremo rincorrerlo parecchie volte e acchiapparlo in tempo, per evitare che vada a fare amicizia coi birilli...
Il primo a tirare sono io. Palla da 13 kg. Rincorsa, tiro... baam, dolore incredibile al pollice. Ok, abbiamo capito: data la condizione delle mie dita, meglio scendere di un chilo e prendere una palla con le dita più strette e più vicine. Eppure io ci sono andato a fare la radiografia alle mani, ma il dottore (o quel cane col grembiule bianco travestito da dottore) mi ha detto che non ho niente. Nessun problema. Dita de fero, come dicono a Roma.
Secondo a tirare, Federico. Lancio della palla che quasi sfonda la pista. Federico, a papà, la palla va fatta scorrere... non va lanciata! Piegati sulle gambe e tira, così! Beh, vi dico solo che in due partite farà 163 punti. Risultato di tutto rispetto per un bambino di nemmeno sei anni!
Rachele è l'ultima a tirare. Sta in forma, si capisce dai primi due tiri: SPARE! A fine serata sarà lei a vincere, con quasi 200 punti e nonostante abbia lasciato qualche tiro a Federico, il quale, preso dall'eccitazione, ha chiesto di poter tirare anche quando non fosse il suo turno!
Dopo due partite, ci siamo accomodati ad un tavolo e abbiamo cenato. Pizza, fritti, coca cola e una bella birra da 66 che dà un tono a tutta la cena. Intanto era cominciato il torneo e ho potuto apprezzare qualche bel giocatore di bowling. Giocatori seri, con le divise e tutto l'armamentario di tiri ad effetto. Terminata la cena, ci siamo fatti un paio di partite di calcio balilla giusto per far cominciare la digestione e poi siamo tornati a casa.

Che dire... una serata fantastica. Coi ritmi giusti, come piace a me. Senza frenesia e senza monotonia. Il bowling è davvero un grande sport. Ideale per bambini e adulti, perfetto per giocare in famiglia o con gli amici. Infatti ci siamo ripromessi di tornare al Mondial Bowling di Ciampino quanto prima, visto che abitiamo a cinque minuti di distanza.
Ci si vede, guagliù.

Calcio e Dudeismo: il portiere



Il calcio è uno sport fantastico, ma anche molto faticoso. Tutti abbiamo giocato da bambini: chi nello spiazzale vicino casa, sbucciandosi le ginocchia sull'asfalto per rincorrere un supersantos da duemila lire; chi sui campi di pozzolana delle scuole calcio, tirando calci a un pallone di cuoio.
Siccome tutti volevamo essere Maradona e nessuno voleva essere Garella, il più delle volte si facevano i turni in porta: a tempo oppure ad ogni gol, fatto o subito. Nessuno voleva giocare in porta. Poi vennero Benji Price ed Ed Warner, e allora a qualcuno di noi venne la voglia di tuffarsi per terra e di parare piuttosto che tirare.
Tra tutti i ruoli del calcio, il portiere è certamente quello più adatto ai dudeisti. Non parlo del portiere professionista, che si sottopone ad allenamenti fisici, atletici e tecnici davvero estenuanti. Parlo del portiere di periferia, lo scaciato protagonista delle infrasettimanali di provincia. Quello con la tuta alla Király e la panza che attutisce i tuffi. Quello che alle movenze feline sostituisce le movenze bovine. Quello che gioca per il premio partita: un panino con la salsiccia e una birra con gli amici. Se si è vinto una partita di torneo, allora si può persino festeggiare con un white russian prima di tornare a casa dalla Signora Molto Speciale.
Il portiere può parare con una mossa di Tai Chi e ha una divisa che dà un tono alla partita: sgargiante in genere, certamente diversa da tutte le altre in campo. Mentre tutti si affannano, lui può tranquillamente appoggiarsi al palo e contemplare il divenire cosmico. L'unico momento di autentica tensione è il calcio di rigore. Assomiglia un po' all'ultimo tiro di una partita di bowling, quando di fronte a te c'è un birillo infame che non è voluto cadere e ti ha impedito lo strike. 

20 anni fa



20 anni fa, oggi.
20 anni fa spegnevo 17 candeline. Non avevo la patente. Non avevo capelli bianchi. Non ero fidanzato con quella che sarebbe diventata mia moglie. Ovviamente, non avevo figli. 
Il Napoli se la passava una schifezza. Il pizzetto era ancora relativamente corto. La chitarra era perennemente accordata. I colori dei tramonti erano più belli. Pesavo 30 kg di meno.
A parte questo, non ero un tipo felice. Perennemente incazzato per un motivo o con qualcuno. La politica, la voglia di cambiare le cose, gli sbirri che manganellavano e lanciavano lacrimogeni, le tifoserie avversare che cagavano il cazzo e andavano messe a posto, il rock che si commercializzava sempre di più, sto sfaccimma di nuovo millennio che prometteva cazzate a go-go (infatti non ha mantenuto nemmeno una delle promesse fatte 20 anni fa).
20 anni fa non ero certo un dudeista in erba. Oddio, in erba ci andavo spesso... ma il dudeismo non esisteva ancora. Anche perché Il Grande Lebowski uscirà solo l'anno dopo. Però già adoravo il bowling. Mi ero appassionato durante i numerosissimi filoni autunnali e primaverili a scuola. Andavamo spesso al bowling di Fuorigrotta, quello vicino l'Edenlandia. La maggior parte dei miei compagni di classe (e di filone) si piazzavano sul calcio balilla e potevano stare lì per ore. All'impiedi. Ad aspettare il proprio turno.
No, non faceva per me e per quella minoranza grunge che preferiva affondare nei divanetti. E i divanetti delle piste da bowling erano perfetti. Prendevamo una pista, davamo nomi che assomigliavano a sfottò, indossavamo le scarpette da bowling e iniziavamo a giocare.
20 anni fa festeggiai il mio compleanno proprio così. La mattina al bowling con gli amici e qualche ragazza a cui fare la corte (noi dudeisti Avanti Drugo avevamo modi particolari di fare la corte, diciamo che oscillavamo tra il romantico e il "passami la canna o levati dalle palle"). La sera andai a giocare a calcio, su un campo di pozzolana che chiamavamo Il Padovano.

Ho nostalgia di quel periodo? Certo che si. Ricordo, però, come mi sentivo a quei tempi... e non ero felice. Forse perché l'adolescenza è tutta un casino. Forse perché ci manca quando non siamo più adolescenti. Quindi la mia nostalgia è più nei ricordi e nei volti che incrociavo quasi ogni giorno piuttosto che nelle cose che facevo e nel modo in cui le vivevo.
Se potessi, tornerei a quel periodo? Certo che si. Ma solo una settimana, non di più. Poi vorrei tornare qui. Al mio lavoro da impiegato senza stimoli. A mia moglie. Ai miei figli. E alla partita di bowling che giocherò stasera per festeggiare il mio compleanno. 
Perché? Ma è semplice: non so quanti strike farò stasera. E il bello della vita è tutto lì: nel non sapere, nello scoprire. 
Nel vivere, non nel rivivere.

Dudeismo e Non Violenza



Il Dudeismo è una filosofia di vita. Non è una religione, nonostante abbia rituali e culti particolari. Non è una ideologia, nonostante inevitabilmente investa la realtà politica e sociale del territorio in cui ogni drugo tiene botta. Per questo motivo, è quasi inevitabile reagire alla contemporaneità, ai temi che l'attualità ci pone di fronte.
In questi tempi di guerre, di Isis, di scontri di piazza, di crisi economica, di scioperi, di terrorismo organizzato e di terroristi solitari, c'è una sola costante che si ripete ovunque: la Violenza. Essa pare essere la sola padrona del Presente, la ragione sociale dell'Oggi. E noi dudeisti, che siamo feriamente rivoluzionari (seppur a modo nostro), non possiamo che schierarci decisamente contro il Sistema e la sua ragione sociale. In che modo? Col più radicale rifiuto della Violenza. Con una Non Violenza attiva, con la disobbedienza.

Ora dovrei continuare con una serie di dotte citazioni sulla Non Violenza.
Potrei ricordare, ad esempio, Martin Luther King: "La non-violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo; la necessità per l'uomo di aver la meglio sull'oppressione e la violenza senza ricorrere all'oppressione e alla violenza".
Oppure rinverdire i fasti di Gandhi (il film, non il personaggio, visto che non si hanno prove che abbia mai proferito la seguente frase): "Occhio per occhio, e il mondo resta cieco".
O anche rimembrare gli insegnamenti di Marco Pannella: "Non violenza e democrazia politica devono vivere quasi come sinonimi", intendendo che un sistema non democratico è necessariamente un sistema violento e che, quindi, solo un sistema non violento può definirsi democratico.
Invece no. La scelta non violenta, per noi dudeisti, è una scelta inevitabile: la non violenza è comoda. Pensate a quanta fatica c'è dietro uno schiaffo, un pugno, una manganellata, una frase colma d'odio e di rabbia. Pensate al sudore negli scontri di piazza o nelle "missioni di pace", quelle con cui si esporta la democrazia a suon di pallottole e bombe. Valutate lo sforzo fisico, persino l'allenamento, la preparazione che servono per essere pronti ad azioni di guerra e di guerriglia.
Naaaaahhh. La vita è troppo bella per sprecarla così. Bisogna lottare, per carità. Il sistema fa schifo e va cambiato, anzi va abolito. Ma noi dudeisti dobbiamo farlo a modo nostro. Blocco stradale? Giustissimo, ma facciamolo sedendoci sull'asfalto su comodi tappeti che diano un tono alla manifestazione. Sciopero della fame? Ok, ma almeno scoliamoci un paio di white russian. Marcia di protesta? Va bene, ma facciamola in pantaloncini e pantofole. Con l'accappatoio, se fa un po' freddo. Corteo? Ottima idea, ma non troppo lungo. Flash mob? Splendido! Alzate i birilli, prendete le freccette, montate la rete da ping pong... che si protesta divertendosi!

P.S. non cagate il cazzo con le raccolte firme, le petizioni e obladì obladà, che sono cose inutili!

Uovo o gallina? (Ecce Dude)



Camminavo su una strada polverosa parecchie ore dopo il tramonto. Una puttana zoppa zoppicava sull'asfalto sconnesso di periferia. Una specie di messicano coi baffi stalinisti aveva una chitarra in mano. Probabilmente era uno dei tanti suonatori che bazzicano ogni sera i ristoranti e i locali della movida. Stava accovacciato vicino ad un piccolo cancello. Oltre il cancello, una gallina si muoveva avanti e indietro.
Mi avvicinai, incuriosito e annoiato allo stesso tempo.
- Ola, hermano!
Il tizio si girò verso di me e accennò un sorriso storto, che mise in evidenza lo scintillante giallore dei suoi denti marci. Poi si voltò di nuovo verso la gallina. Io mi appoggiai al cancello, guardando la scena.
E compresi.

"E' nato prima l'uovo o la gallina?". Questa domanda attanaglia filosofi di ogni categoria da centinaia di anni. Non avendo un cazzo da fare materialmente, i filosofi fanno una cosa difficilissima e rarissima: pensano. Riflettono. Contemplano. Si pongono domande, più che cercare risposte. Ma non disdegnano di rispondere a qualche quesito. E quindi, è nato prima l'uovo o la gallina?
Il white russian. E' nato prima il white russian. Ecco la risposta giusta, fratelli drughi! Il "brodo primordiale" di cui si parla in ogni libro di scienza non era altro che un enorme bicchiere di vodka, kaluha e latte, circondato da ghiaccio. Così è nata la vita. Così sono nate le uova e le galline.

E se il vostro interlocutore non si accontenta di questa approfondita spiegazione scientifica, allora ditegli che l'uovo è nato prima della gallina.
Lo sanno tutti. Pure i polli.


Il programma dudeista di Stefano Torre, candidato sindaco di Piacenza



Sono passate poche ore dalla chiusura dei seggi delle Amministrative 2017. 
L'unico risultava che interessava a me, napoletano che vive da dieci anni a Roma, era quello di Piacenza. Perché nella piccola città romagnola si era candidato a sindaco un "dudeista inconsapevole", ovvero una persona con un atteggiamento verso la vita (reso palese dal proprio rivoluzionario programma elettorale) molto simile a quello del Drugo. Probabilmente Stefano Torre, quando ha deciso di candidarsi, non aveva letto il Vangelo secondo Lebowski, ma qualche testo situazionista o qualche articolo del mio concittadino Guglielmo Giannini. Il suo programma politico, comunque, non può che essere una validissima base teorica per il Dudeismo politico:


Realizzare un vulcano a Borgoforte. Basta trivellare fino a raggiungere il magma al di sotto della crosta superficiale terrestre, fare in modo che risalga fino ad una camera magmatica che verrà realizzata pochi chilometri sotto la superficie. Il cono vulcanico crescerà poco per volta fino a diventare alto come il monte Santa Franca e diventerà un importante elemento della piacentinità.
Rendere navigabile il centro storico della città. Scavare canali nelle principali vie del centro storico per renderlo navigabile e poter raggiungere piazza cavalli o piazza Duomo in vaporetto! 
Realizzare il più grande porto mercantile d’Europa lungo il torrente Nure. Si tratta di fare un porto mercantile che arrivi fino a Bettola con banchine su entrambe le sponde per oltre 30 chilometri. 
Realizzare un Vinodotto per distribuire il vino nelle case direttamente dal rubinetto. Vino Bianco, vino Rosso e vino santo. Utilizzando un miscelatore si potrà ottenere anche il rosè. 
Riportare la Formula Uno a Piacenza. Sul circuito cittadino di piacenza ha esordito la Ferrari, e noi riteniamo indispensabile fare in modo di avere un Gran Premio di Piacenza moderno e mozzafiato.
Per renderlo più emozionante faremo anche un tratto a doppio senso di marcia, nel quale i bolidi rischieranno lo scontro frontale. 
Portare il Piacenza Calcio a vincere la champions league. A tale scopo contribuirà il mio amico Bill Gates che, quando sarò sindaco di Piacenza, entrerà nella società in minoranza e portando un sacco di soldi. 
Realizzare a Piacenza un Casinò come a Monte Carlo. La ludo patia diventerà, soprattutto tra gli anziani, una caratteristica di Piacenza, ed il comune deve contribuire a farla crescere. Poi un casinò serve a fare da contorno al gran Premio di Formula uno. 
Istituire la giornata del gratta e vinci, nella quale TUTTI i gratta e vinci venduti saranno vincenti.
Sempre nell’ottica del diffondere la Ludopatia in città, la giornata del Gratta e Vinci potrebbe ottenere risultati eccezionali. 
Distribuire gratuitamente il Viagra ed il Cialis agli over 55 anni. La popolazione anziana potrebbe trarre un grande giovamento dalla distribuzione gratuita di viagra e cialis, in attesa che si riesca ad importare l’aria di Bettola che ha effetti equipollenti. 
Portare a Piacenza la Tour Eiffel. Avendola vinta a Poker, c’è solo da decidere dove metterla, e per questo faremo un referendum popolare. 
Piacenza Indipendente e dotata di un esercito. Il mio amico Vladimir Putin mi presterà uomini e mezzi, soprattutto mi darà i missili balistici per rendere il nostro esercito invincibile. 
Piacenza fuori dall’euro con il Colombo, moneta di Bettola, come conio ufficiale. Avremo una nostra moneta, una nostra banca centrale ed un nostro debito pubblico con il quale finanziare le grandi opere che ci accingiamo a realizzare 
Spostare a piacenza la base spaziale di Baikon Ur. Una Base spaziale a Piacenza è assolutamente fondamentale per garantire lo sviluppo con una prospettiva lungimirante. Tra qualche decennio lo spazio non sarà più un territorio difficile da esplorale, ma diventerà una esperienza quasi quotidiana.
Così ho chiesto al mio amico Vladimir Putin di trasferire a Piacenza la base di Baikon Ur e lui ha accettato entusiasta.
Quando arriveranno gli extraterrestri, e prima o poi arriveranno, saremo in pole position per accoglierli, e Piacenza diventerà il centro mondiale per i rapporti. 
Dichiarare guerra a Parma così impara ad averci rubato il grana, Verdi e a cercare di rubarci la coppa. Diciamolo chiaramente: Parma ha rotto i coglioni! Ci ruba qualunque cosa! Lo ha fatto con il formaggio grana, con Giuseppe Verdi ed ora lo sta facendo con la Coppa e con i Pisarei. Quindi noi, così imparano, muoveremo in armi verso Parma e la conquisteremo. Il mio amico Vladimir Putin mi ha già promesso i missili balistici per attaccare Parma! 
Muovere in armi verso Cremona al grido di DIO MALEDICA LA MOSTARDA. È dal 218 avanti cristo che la rivalità con Cremona contraddistingue la cultura Piacentina, e se c’è qualcosa che più di altre contraddistingue Cremona è proprio la mostarda.
Dio Maledica la mostarda è un urlo di battaglia che rende la guerra degna di essere combattuta. 
Abolire il corpo dei Vigili Urbani. I vigili urbani sono diventati il braccio armato del comune per estorcere denaro ai cittadini!
Abolendoli si risolverà radicalmente il problema! 
Proibire di morire per poter campare fino a 700 anni come Matusalemme. La proibizione di morire è la mia risposta a chi mi accusa di voler seminare morte e distruzione con il Vulcano di Borgoforte.
La gente di Piacenza così vivrà per sempre, e con la distribuzione del Viagra gratis si divertirà da matti fino all’età di Matusalemme! 
Costruire a Piacenza il più grande telescopio del mondo per vedere i marziani. Siccome a me piace anche occuparmi di astronomia, credo che inserire un mega telescopio nel mio programma elettorale sia doveroso! 
Portare a Piacenza il Tower Bridge. Mia cugina Elisabetta lo avrebbe regalato a Bettola, ma ora che corro per Piacenza ha cambiato la sua destinazione. 
Portare Cristiano Ronaldo in biancorosso. Bè … oltre che farmi da testimonial ed aver presentato le firme dei miei sottoscrittore, ha anche promesso di vestire la maglia biancorossa già dal prossimo anno. 
Fare un Parco nella Pertite e ricostruire l’edificio originale, riempirlo di tritolo per farlo brillare ogni anno in occasione della celebrazione del funesto evento.
Il tritolo farà saltare la Pertite ogni anno! E l’esplosione sarà visibile anche da molto lontano, da lodi e da Cremona! L’evento attirerà turisti da tutto il mondo e renderà un sacco di soldi! 
Costruire un muro al confine con Caorso e Pontenure per bloccare extra comunitari e profughi. Dopo aver constatato che la maggior parte dei profughi e degli extracomunitari arrivano a Piacenza transitando da Caorso e Pontenure, abbiamo deciso di costruire un Muro al confine, alto 4 metri e capace di fermare chiunque abbia intenzione di entrare in territorio piacentino.
Ovviamente le spese per la costruzione del muro saranno pagate dai sindaci di Caorso e di Ponte Nure. 
Aggiungiamo una donna Nuda sullo stemma come a Bettola. Lo stemma va svecchiato e reso maggiormente sexy, per questo riteniamo che l’aggiunta di una donna nuda sia necessaria a migliorare l’appeal del nostro stemma.
La modella che verrà utilizzata per la realizzazione del nuovo stemma verrà scelta con un sondaggio su internet.

Ora voi direte: divertente 'sta cosa, ma quanto avrà preso? Trenta voti?
Tenetevi forte. Il compagno dudeista inconsapevole Stefano Torre ha preso 1801 voti, pari al 4.28%! Un risultato clamoroso!
Il futuro è ormai chiaro. Il pianeta è di fronte ad un bivio: Dudeismo o Barbarie!